Inizialmente chiamati torchietti per la loro forma attorcigliata, i torcetti di Agliè nacquero per caso, come spesso accade per tutte le cose buone e di successo.
Si narra infatti che Francesco Pana, pasticciere di Agliè, decise di mescolare con burro e uova l’impasto avanzato del pane e… fu subito un successo! In seguito pensò bene di ingraziosirli passandoli nello zucchero o nel miele, rendendoli ancora più gustosi.
Questo nuovo dolce si diffuse molto velocemente e cominciò ad essere cotto nei forni a legna del paese, dove le famiglie producevano il pane. Solitamente i torcetti venivano posti sulla bocca del forno, in attesa che questo fosse sufficientemente caldo per infornare il pane.
La trasformazione
Nel corso del tempo la ricetta venne modificata e migliorata e, dalla pasta di pane, si passò a un impasto molto più leggero a cui veniva data una forma più piccola e sottile, a ferro di cavallo. La superficie, inoltre, cominciò ad essere spennellata con acqua e zucchero semolato, divenendo quindi più lucida.
Gli ingredienti però, rimasero sempre gli stessi: pochi, semplici e genuini come farina, acqua, burro e zucchero sanno essere.
Le varianti
Torcetti alla canapa sativa: all’aspetto risultano verdi, colore tipico della farina di semi di canapa, che viene aggiunta con una percentuale del 20% sulla farina di grano tenero.
Torcetti al passito di Caluso: da un’idea del pasticciere Andrea Giovetti, l’impasto originale viene arricchito dal vino passito.
Abbinamenti
I torcetti sono perfetti mangiati a colazione inzuppati nel latte o nel tè oppure possono essere gustati a fine pasto con un buon caffè.
Noi vi consigliamo di accompagnarli con lo zabaione e un calice di passito di Caluso.
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