Il ramassin o dalmassin è una varietà di susino autoctona, tipica del Piemonte sud-occidentale ma largamente coltivata anche sulle colline torinesi, in Canavese e nel chierese.
Le origini
Conosciute come damaschine o susine di Damasco, i ramassin sono geograficamente originarie della Siria.
Come e quando sono arrivate in Piemonte? Probabilmente nel XII secolo, portate da varie comunità di Frati Benedettini provenienti dalla Francia. In Europa, invece, pare che siano state introdotte dai Crociati al ritorno dalla Terra Santa. Quel che è certo, è che la coltivazione delle varietà ancor oggi prodotte è inziata almeno nella seconda metà dell’800.
Caratteristiche del frutto
Il ramassin è una susina di piccole dimensioni – ciascun frutto pesa in media 10g – ha forma ovale e colore variabile, dal giallo ambrato al blu fino al viola intenso.
La polpa si stacca con molta facilità dal nocciolo ed è morbida, dolcissima e aromatica. Quando ne assaggerete una vi renderete conto che è come per le ciliegie: una tira l’altra!
La maturazione avviene tra metà giugno e metà agosto e, a differenza di altri frutti, i ramassin vengono raccolti da terra; questo perché quando sono maturi si staccano dal ramo. Non è infatti raro che le piante vengano allestite con reti sospese su cui far cadere i frutti.
Consumo del frutto: freschi e trasformati
La caratteristica tipica di questo frutto è il periodo di conservazione molto breve. Quindi, una parte dei frutti viene consumata fresca, mentre una parte viene utilizzata per produrre trasformati, ovvero confetture, liquori o sciroppi.
Una menzione particolare va alle cosiddette brigne sëcche, ossia i dolcissimi ramassin essiccati al sole.
Per non parlare poi dei ramassin cotti in forno o in tegame a fuoco lento: diventano così un ottimo accompagnamento del tradizionale fritto misto alla piemontese!
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